Lucio Giudiceandrea
L’idea di un’Europa unita sembrava aver trovato cinquecento anni fa l’uomo in grado di realizzarla: Carlo V, erede delle case spagnola e asburgica, sovrano di un impero sul quale “non tramontava mai il sole”. Ispirata all’umanesimo cristiano del suo maestro Erasmo da Rotterdam, quell’idea naufragò tra la Riforma avviata da Lutero, l’ostinazione della Chiesa romana, i nascenti nazionalismi e l’avanzata degli ottomani dalle sponde meridionali del Mediterraneo e dai Balcani.
Tra fedeltà storica e invenzione letteraria, il racconto inquadra alcune tappe nei primi vent’anni di regno di Carlo V, dal 1521 al 1541, mostrando il giovane sovrano alle prese con i grandi problemi del suo tempo.